Verso un altrove. Dai Carpazi al Fiume Giallo a un porto amico by Anna Kohn

Verso un altrove. Dai Carpazi al Fiume Giallo a un porto amico by Anna Kohn

autore:Anna Kohn [Kohn, Anna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Young Adult Nonfiction, Philosophy
ISBN: 9791259843937
Google: yMqsEAAAQBAJ
editore: Armando ed.
pubblicato: 2023-02-08T07:04:46+00:00


Camogli e l’amico Luigi

Da un incontro occasionale avvenuto in questo studio nacque una profonda amicizia con un farmacista che lavorava a Camogli, un piccolo comune sul mare a una ventina di chilometri da Genova. Si chiamava Luigi Amoretti, furono amici tutta la vita. Convinse Kalman a trasferirsi a Camogli, un posto migliore dove poter vivere, ben collegato a Genova dal treno e dalle corriere e vicino a lui e alla sua famiglia. Amoretti era sposato con una bambina. Si trovò una sistemazione in una camera in affitto presso due signorine, la Beditta e la Zippi. La casa era dentro un carruggio corto e stretto, ma la stanza dava sulla spiaggia, sul Golfo Paradiso racchiuso dal promontorio del monte di Portofino. Kalman fu incantato dalla vista del mare, dal suono della risacca e dai rintocchi della campana a ogni quarto. In quegli anni a Camogli esplorò tutte le possibilità offerte dal luogo, le bellezze naturali, la musica e le danze all’Albergo Portofino Vetta e le partite a bridge al Bar Ligure.

L’Albergo, costruito sul monte di Portofino in una posizione panoramica unica, in realtà era un complesso di costruzioni costituito da un Grand Restaurant, un Hotel e una piccola dépendance con una sala da tè che diventava sala di musica e danze. Aveva un accesso privato, due chilometri di strada a larghe curve tra gli alberi, ed era governato da un portiere gallonato che riscuoteva il pedaggio. L’albergo aveva vissuto un’epoca d’oro, a cavallo della Prima guerra Mondiale, come luogo di vacanze della famiglia reale, di Gabriele d’Annunzio e di altri personaggi famosi ma, negli anni ’30, era ancora un luogo elegante, dove fare conoscenze e poter ballare sulle terrazze illuminate con discrezione. Kalman era elegante, faceva amicizia facilmente e amava la vita sociale. Aveva un forte senso del ritmo e gli anni universitari erano serviti per esercitarsi nel ballo, nella polca e nel valzer, ma anche nelle danze più moderne che arrivavano dall’America, il foxtrot e la rumba. Era bravo anche con le carte da gioco, il che gli permetteva di partecipare a tornei di bridge durante i quali fumava pacchetti interi di sigarette seduto ai tavoli del bar Ligure sul lungomare di via Garibaldi.

Forse già allora raccontava storielle ebraiche. Quella più famosa era la storia del rabbino che va da Minsk151 a Pinsk152. Non è scritta in un libro, non si trova sul web, ma nella mia famiglia è utilizzata come pittorico sinonimo di “peso morto”. Un rabbino si accorda con un contadino per essere portato a cavallo da Minsk a Pinsk. Alla partenza, il rabbino, con in testa il cappello di lana nera a tesa larga, siede sul calesse con il bagaglio, mentre il contadino guida il calesse e il cavallo. Dopo alcune ore su di una salita il contadino prega il rabbino di scendere per alleggerire il calesse perché il cavallo è affaticato. Il rabbino scende e prosegue a piedi. Dopo poco il contadino nuovamente prega il rabbino di alleggerire il calesse di una borsa perché il cavallo ha difficoltà a proseguire.



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